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Serie 6

Serie 6, post #9. I libri, le parole e la nebbia

Da quando ho cittadinanza nel mondo della malattia, quindi dall’inizio del 2023, ho accumulato un centinaio di libri da leggere, fra quelli che ho acquistato io e i molti che ho ricevuto in regalo soprattutto durante le prime chemioterapie. Ne ho iniziati forse una metà, ne ho finiti credo una quindicina. I libri mi hanno sempre aiutato a sopportare la vita. Adesso quello che mi aiuta meglio a sopportare la vita è dormire. È la nebbia nella testa, ne sono sicura, è la mente che se ne vola nel vuoto, l’incantesimo che non c’è più. Ma non è solo questo, non è soltanto uno degli effetti delle chemioterapie. C’è altro.

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Serie 6

Serie 6, post #6. Se il meglio è già venuto

Considerare un’ipotesi di futuro vivibile, adesso, in questo momento, è o non è un compito gravoso? Ed eccola qui, la finaccia piagnona, ecco quell’imbarazzante “problema dell’autocommiserazione” che Joan Didion si appuntava pochi giorni dopo la perdita del marito John, e che è anche preludio a quel vittimismo disfunzionale e lamentoso che fa la fortuna di tanta narrazione odierna. È un’insidia costante, una ragionevole tentazione. Ma davvero: come provare anche solo a desiderarlo, il tempo a venire, se ho il sospetto che per me il meglio sia già venuto?

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Kintsugi Project. Storie di donne-albero. Silvia

La diagnosi di cancro al seno ha raggiunto Silvia alla fine di un anno faticoso, il 17 dicembre 2024. Lei era impegnata in altri progetti, per esempio quello di portare a termine gli studi universitari iniziati e lasciati in sospeso tanto tempo fa. Era stremata, Silvia, il giorno in cui le hanno detto che no, quello che già da un po’ di tempo le induriva il seno destro non era una mastite.

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Serie 6

Serie 6, post #3. Il Nuovo Mondo (e lo spreco)

Stare nel flusso della vita, a centodiciannove giorni dall’inizio delle nuove chemioterapie e a ventiquattro dalla morte di Simone. Un forte senso di spreco mi accompagna in tutte le attività di questo mio nuovo tempo, in questo Nuovo Mondo che scolora e smargina, senza un Simone Volpini che lo abita e sa vivere.

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Serie 6

Serie 6, post #2. Perdere la testa (o “La vera storia della rana bollita”)

La storiella della rana bollita è quel che rimane di un antico esperimento scientifico controverso, in seguito al quale è fiorita tutta una letteratura della “resilienza”, parola che negli ultimi anni ha goduto di una simpatia diffusa. È ora di cambiare narrazione. Lo faccio adesso, a centododici giorni dall’inizio delle nuove chemioterapie e diciassette dalla morte di Simone.

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Serie 5

Serie 5, post #16. Dentro lo sbilico

In riferimento al suo ultimo libro “Lo sbilico”, Alcide Pierantozzi afferma: “Lo psichiatra mi dice sempre che il corpo umano ha due modi per impazzire: o quello cellulare o quello psichico”. Sorrido. La mia personale biologia li sta saggiando entrambi, insieme, per avere più opportunità di riuscita.

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Serie 5

Serie 5, post #14. Qui, dal lato notturno

Nei miei momenti di lettura, e spesso in questo blog, continuo a tornare senza pace fra le pagine di Susan Sontag, come a cercare un’alleanza, una voce con cui risuonare. Rifletto molto su questo “lato notturno della vita”, su cosa Sontag volesse intendere assegnando al mondo dei malati lo spazio dell’oscurità e al mondo dei sani, per conseguenza, quello della luce.

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Serie 5, post #12. Ho un Bat-apparecchio

«Sono molto orgoglioso del mio port. È in effetti la cosa più simile a un Bat-apparecchio, un Bat-qualcosa che mi sia capitato». Lo ha scritto Severino Cesari nel suo diario, che mi accompagna mentre mi unisco al grande popolo del port e mi impiantano quindi il Bat-apparecchio. Nel mio caso, per l’orgoglio c’è tempo.