Venerdì 13 giugno, mentre Simone mio caro spirava tra l’ambulanza e l’ospedale, io ero a colloquio con il mio Gran Maestro russo, il senologo milanese che da due anni gioca a scacchi con la Morte intabarrata che mi balla intorno (e prende gli altri). «Annalisa, – mi ha detto, – qui adesso navighiamo a vista».
chemioterapia
Serie 5, post #16. Dentro lo sbilico
In riferimento al suo ultimo libro “Lo sbilico”, Alcide Pierantozzi afferma: “Lo psichiatra mi dice sempre che il corpo umano ha due modi per impazzire: o quello cellulare o quello psichico”. Sorrido. La mia personale biologia li sta saggiando entrambi, insieme, per avere più opportunità di riuscita.
Serie 5, post #14. Qui, dal lato notturno
Nei miei momenti di lettura, e spesso in questo blog, continuo a tornare senza pace fra le pagine di Susan Sontag, come a cercare un’alleanza, una voce con cui risuonare. Rifletto molto su questo “lato notturno della vita”, su cosa Sontag volesse intendere assegnando al mondo dei malati lo spazio dell’oscurità e al mondo dei sani, per conseguenza, quello della luce.
Serie 5, post #12. Ho un Bat-apparecchio
«Sono molto orgoglioso del mio port. È in effetti la cosa più simile a un Bat-apparecchio, un Bat-qualcosa che mi sia capitato». Lo ha scritto Severino Cesari nel suo diario, che mi accompagna mentre mi unisco al grande popolo del port e mi impiantano quindi il Bat-apparecchio. Nel mio caso, per l’orgoglio c’è tempo.
Serie 5, post #11. Come quella Pasqua a Köln
Furono giorni di sole generoso e largo, di scoperte e gioventù spensierata, quella Pasqua del 2011 con Anne a Köln. In questo secondo tempo di malattia, mi succede di allestire uno spazio nella mente per certi ricordi, persone, esperienze che mi hanno formato. Sono frammenti che si presentano alla soglia della mia memoria senza invito, compaiono e chiedono di accomodarsi adesso.
Serie 5, post #10. Fino al midollo
Ci è voluta la temuta iniezione di Nivestim. L’altra volta, due anni fa, era il Pelgraz, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: stimolare il midollo osseo a produrre i globuli bianchi che servono. E diavolo, quanti ne servono.
Serie 5, post #9. Pembrolizumab: fluttuare nella cascàggine
Martedì 25 marzo 2025. Giorno 16. Cinque giorni al secondo ciclo di terapie. “Come va stamattina?”. Me lo scrive l’oncologa su WhatsApp alle 6:54, dopo il mio crollo di ieri. Ieri, lunedì, m’è crollato tutto: i valori del sangue al prelievo di routine, l’animo, i pensieri, e quel poco di forza che restava per salire le scale.
Serie 5, post #8. Dove decido di unirmi al popolo del Port
Lunedì 17 marzo 2025. Ciclo 1-B, giorno 8. Gemcitabina 1700 mg, carboplatino 200 mg. Preparazione: antiemetico, gastroprotettore, corticosteroide (Akinzeo, Pantorc, Soldesam). La terapia di oggi è un “richiamino” di quella fatta lunedì scorso. Prima del richiamino, però, stamattina prelievo. Quando lo mettiamo, il Port?
Serie 5, post #6. Chemio, cavolfiore e cioccolato
Lunedì 10 marzo 2025. Ciclo 1, giorno 1. Pembrolizumab, gemcitabina, carboplatino. A corredo: antistaminici, antiemetici, gastroprotettori e corticosteroidi (Trimeton, Akinzeo, Pantorc, Soldesam). Non pensavo di tornare così presto in questo reparto. Quest’anno, però, c’è una novità. Forse, due.
Serie 5, post #5. E nelle tue mani tese il sole
È stato grazie alla mia amica geniale che ho conosciuto i primi libri di Ágota Kristóf. Oggi, nel 2025 in Italia, chiunque legga un po’ di libri all’anno conosce la Trilogia della città di K., pubblicata da Einaudi nel 1998. Ma allora non era così. Leggere Ágota Kristóf da adolescente, alla fine degli anni ’90 in Italia, era la rivoluzione. Domani inizio le nuove chemioterapie, e oggi rileggo Ieri.