Mia madre mi scatta una foto mentre dormo, immobile, avvolta nel mio sudario bianco come la mia faccia: sembro morta. Quando mi sveglio, mamma mi dice: “Ti ho fatto il gelo di anguria. È tipico siciliano. Ma non mi è venuto buono, non conosco la vera ricetta tradizionale. Domani faccio la crema al caffè”.

Serie 1, post #15. Come Sinéad O’Connor
Io, senza capelli e con il fisico longilineo, mi vedo come una qualche divinità ctonia contemporanea, o quell’inafferrabile dea Fortuna che in certe rappresentazioni rinascimentali è raffigurata calva (ma lei solo per metà, vinco io). Oppure sono Sinéad O’Connor quando canta “Troy”.

Serie 1, post #14. Vince chi molla, in loop
Ho sempre amato variazioni e novità: stimoli attivanti, eventi inconsueti da osservare, esperienze nuove da vivere. Delle cose io mi annoio presto e sono sensibile all’inedito. Di inedito c’è che il taxolo, protagonista di questa seconda parte di chemio, non mi procura la mucosite alla gola e la stipsi come hanno fatto le precedenti terapie a base di epirubicina e ciclofosfamide. No: questa è la stagione del reflusso gastrico.

Serie 1, post #13. Scrutini
Di solito, all’inizio dell’estate, mi capita di fare un po’ il punto della situazione, tipo scrutini di fine anno scolastico: che ho combinato? Ho imparato qualcosa? Mi merito i miei giorni in montagna ad agosto, con le escursioni fra i boschi che mi piacciono tanto? A settembre, poi, ho da recuperare qualcosa?

Serie 1, post #12. Fragole
Oltre a trovarci in stagione, oltre alla generosa quantità di fragole che la mia alimentazione include in questi giorni, c’è di più: un’associazione libera che mi viene sempre, sempre in mente alla parola “fragole”. Soprattutto quest’anno.

Serie 1, post #11. Nel giardino di Pia Pera
Pia Pera è stata una scrittrice, slavista e traduttrice dal russo e dall’inglese, morta all’età di sessant’anni, nel 2016, quattro anni dopo uno spiacevole incontro con la Sla (sclerosi laterale amiotrofica). Nata a Lucca, vissuta soprattutto a Milano, a un certo punto della sua vita intensa, colta, irrequieta e urbana, Pia si rompe le palle e vuole silenzio, poche persone e tanta natura.

Serie 1, post #10. Amuleti contro la paura
È la prima volta che ho paura. Mi sento come una bambina che piagnucola dal pediatra. O come un cane che guaisce dal veterinario, se si preferisce. La paura è cosa di umani e di bestie, non fa distinzione. E nemmeno va raccontata con parole sentimentali: è un’emozione semplice, innata, primordiale.
Il cervello memorizza un’esperienza spiacevole, la identifica come un pericolo e fa di tutto per non averci più niente a che fare e mettersi in salvo. Semplice.

Serie 1, post #9. Come Michela Murgia
Ieri ho saputo del carcinoma renale di Michela Murgia. Ho visto sui social il video del taglio dei capelli, ho letto l’intervista di Aldo Cazzullo dello scorso 6 maggio sul Corriere della Sera. I miei capelli sono andati via durante il fine settimana. Non tutti, non insieme, non nello stesso posto. Anch’io, alla fine, li ho rasati come ha fatto Murgia – con clamore e seguito minori.

Serie 1, post #8. Espellere o evacuare?
Sto bene. Lo dice la mia oncologa. Ho il sangue perfetto (giusto il fegato ha avuto qualcosa da ridire nelle ultime due settimane, ma fesserie! Il fegato, lo stiamo a sentire solo se comincia a dare i numeri sul serio, e sul serio significa che questi numeri devono arrivare a 100, altrimenti cazzo ce ne frega).

Serie 1, post #7. Testa rasata
Ieri ho iniziato ad avvertire un formicolio al cuoio capelluto. Una specie di indolenzimento alla radice dei capelli, simile a quel fastidioso doloretto che prova chi li ha abbastanza lunghi, subito dopo averli sciolti e liberati da un’acconciatura tirata e severa.