Ma poi, anche la vecchiaia per me è una fantasia: mi è sempre più difficile immaginare di farne esperienza. Ho anzi preso l’abitudine di dire frasi come: «L’estate prossima, se ci arrivo, voglio prendere l’ombrellone al Lidian per tutta la stagione», o «Al diciottesimo compleanno di mio nipote, se ci arrivo, …», oppure «Mi sto pagando la pensione, se ci arrivo» (ma credo che questa qui la diciamo in molti, con o senza il cancro). «Se ci arrivo», lo dicono i vecchi, i moribondi, gli sfiduciati e gli esausti. All’autunno ci arrivo. Ho boschi da vedere e un bambino da conoscere.
immunoterapia
Serie 6, post #6. Se il meglio è già venuto
Considerare un’ipotesi di futuro vivibile, adesso, in questo momento, è o non è un compito gravoso? Ed eccola qui, la finaccia piagnona, ecco quell’imbarazzante “problema dell’autocommiserazione” che Joan Didion si appuntava pochi giorni dopo la perdita del marito John, e che è anche preludio a quel vittimismo disfunzionale e lamentoso che fa la fortuna di tanta narrazione odierna. È un’insidia costante, una ragionevole tentazione. Ma davvero: come provare anche solo a desiderarlo, il tempo a venire, se ho il sospetto che per me il meglio sia già venuto?
Serie 5, post #9. Pembrolizumab: fluttuare nella cascàggine
Martedì 25 marzo 2025. Giorno 16. Cinque giorni al secondo ciclo di terapie. “Come va stamattina?”. Me lo scrive l’oncologa su WhatsApp alle 6:54, dopo il mio crollo di ieri. Ieri, lunedì, m’è crollato tutto: i valori del sangue al prelievo di routine, l’animo, i pensieri, e quel poco di forza che restava per salire le scale.
Serie 5, post #6. Chemio, cavolfiore e cioccolato
Lunedì 10 marzo 2025. Ciclo 1, giorno 1. Pembrolizumab, gemcitabina, carboplatino. A corredo: antistaminici, antiemetici, gastroprotettori e corticosteroidi (Trimeton, Akinzeo, Pantorc, Soldesam). Non pensavo di tornare così presto in questo reparto. Quest’anno, però, c’è una novità. Forse, due.