Lo chiamo “lo spurgo” e consiste in una lunga e accuratissima sessione di pianto. Perché funzioni nella sua azione di pulizia d’animo e sblocco di ingorghi mentali, dev’essere un pianto libero e incontrollato, esente da censure, con scrosci abbondanti di lacrime e generosi singhiozzi, e bisogna usare almeno due o tre fazzoletti in cui soffiarsi il naso fragorosamente. Se praticato prima di dormire, lo spurgo assicura quello sfinimento dolcissimo che prende un attimo prima di cadere nel sonno.
granchio
Serie 6, post #6. Se il meglio è già venuto
Considerare un’ipotesi di futuro vivibile, adesso, in questo momento, è o non è un compito gravoso? Ed eccola qui, la finaccia piagnona, ecco quell’imbarazzante “problema dell’autocommiserazione” che Joan Didion si appuntava pochi giorni dopo la perdita del marito John, e che è anche preludio a quel vittimismo disfunzionale e lamentoso che fa la fortuna di tanta narrazione odierna. È un’insidia costante, una ragionevole tentazione. Ma davvero: come provare anche solo a desiderarlo, il tempo a venire, se ho il sospetto che per me il meglio sia già venuto?
Serie 6, post #4. L’imbarazzo del superstite
Dopo l’incontro a Milano con Petrosjan, che mi ha illustrato il suo piano di difesa, e dopo la mia visita a Simone, che sta al cimitero, ho una specie di preoccupato imbarazzo su questo concetto dell’andare avanti che in molti si prodigano a ripetermi. Me lo sento pesare come un mandato: ho questo incarico di vivere un altro po’, curarmi, fare cose, lavorare, stare nel traffico, badare al gatto.
Serie 5, post #17. Navigare a vista (dopo Simone)
Venerdì 13 giugno, mentre Simone mio caro spirava tra l’ambulanza e l’ospedale, io ero a colloquio con il mio Gran Maestro russo, il senologo milanese che da due anni gioca a scacchi con la Morte intabarrata che mi balla intorno (e prende gli altri). «Annalisa, – mi ha detto, – qui adesso navighiamo a vista».
Serie 5, post #1. Il Granchio
“Così denominato, perché suol essere circondato di vene turgide e varicose, che sembrano le gambe e le branchie del granchio, ovvero perché come questo animale è tenace della preda, ed una volta afferrata colle sue branchie mai più l’abbandona”.