Mai come l’anno scorso, grazie soprattutto al cancro, ho sentito la centralità assoluta del corpo nella nostra vita. Un corpo in salute ne cambia la sostanza e le giornate. Non abbiamo che il corpo, per vivere, amare, dire le cose. È quasi ora di aggiungere un nuovo capitolo al Kintsugi Project: il corpo, dopo. Nel frattempo, mentre mi avvicino alla fine del terzo di ciclo di capecitabina, aspetto una grazia nuova.
medicina narrativa
Serie 3, post #7. “Mi prudono le mani” (e altri modi di dire)
«Mi prudono le mani» mi risulta essere un’espressione idiomatica per dire che hai voglia di menare a qualcuno. A me oggi prudono le mani. Ho moltissima voglia di menare a qualcuno, sul serio, ma credo che, nel mio caso, il prurito sia dovuto al fatto che sono al secondo ciclo di capecitabina: proprio oggi, ho iniziato ad avvertire un formicolio ai palmi delle mani. Potrebbe finire qui, oppure potrebbe finire in piaghe e ulcere.
Serie 3, post #5. L’ora della capecitabina
Ho impostato la sveglia sul cellulare per ricordarmi di prendere le mie nuove pillole ogni mattina alle 8:30 dopo colazione e ogni sera alle 20:30 dopo cena. Il bip bip della sveglia annuncia e mi ricorda ogni mattina e ogni sera che sì, sono “tecnicamente guarita” e tuttavia sono ancora una paziente oncologica. Ma c’è del buono in ogni cosa…
Serie 3, post #4. Come in un film di Nolan
Mentre sono nel Gantry della radioterapia, non so perché penso a “Interstellar”, il film di Nolan in cui un gruppo di astronauti viaggia attraverso un buco nero in cerca di una nuova casa per l’umanità, un futuro possibile fra le stelle, ché la Terra è sempre più inospitale.
Serie 1, post #17. I primi cento giorni di chemio
Ieri sera ho festeggiato i primi cento giorni di chemioterapia con un egregio 100% Sauvignon Blanc “Vette” della Tenuta San Leonardo, un Vigneto delle Dolomiti IGT. Era aromatico come piace a me; sapeva di pesca, cedro, tiglio, foglia di pomodoro. Ci ho abbinato un mezzo cartoccio di alici fritte, una calamarata allo scoglio e dei gamberi in tempura, vista mare. Avevo fame di cose buone e belle.