Dopo l’incontro a Milano con Petrosjan, che mi ha illustrato il suo piano di difesa, e dopo la mia visita a Simone, che sta al cimitero, ho una specie di preoccupato imbarazzo su questo concetto dell’andare avanti che in molti si prodigano a ripetermi. Me lo sento pesare come un mandato: ho questo incarico di vivere un altro po’, curarmi, fare cose, lavorare, stare nel traffico, badare al gatto.

